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Montelago è

Montelago è... 29 Aprile 2019

Montelago esempio di distretto culturale evoluto dal basso

La congiuntura economica non è delle migliori e l’entroterra marchigiano non vive un buon momento, eppure Montelago Celtic Festival, l’1, 2 e 3 agosto a Taverne di Serravalle di Chienti (Mc), rilancia il suo format con un ampliato programma musicale e nuove attività per scoprire e vivere il territorio. Perché un festival può essere il carburante di tante iniziative.

Un pubblico proveniente da più di 90 province, 22 paesi europei e 18 extraeuropei, quasi 60 mila followers su Facebook, e poi 3 palchi, 72 ore di musica, 24 gruppi, più di 150 artisti, 70 espositori artigianali, oltre 500 persone coinvolte fra staff e volontari per uno dei principali eventi del folk nazionale ed europeo.

Le spalle sono larghe: con il 96,4% di contributi privati fra sponsor, gestione festival e biglietteria, a fronte di un 3,6% di fondi pubblici, Montelago Celtic Festival ottiene il miglior risultato nelle Marche e uno dei migliori in Italia nel settore.

Migliaia di spettatori raggiungono a ogni edizione la vallata di Colfiorito con l’intento non solo di ascoltare musica ma di conoscere e avventurarsi nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini e nei i borghi circostanti. Un pubblico che ha voglia di conoscere, non con una toccata e fuga, ma da spettatori che diventano turisti che si confrontano e disegnano mappe all’interno degli incontri del Festival o, magari, indirizzati dall’info-point verso le principali mete della regione.

MCF è un indotto capace di sostenere vicendevolmente le molteplici realtà che lo animano: i Comuni, le Pro Loco della montagna, le associazioni sportive e outdoor, le organizzazioni culturali, le ditte specializzate nei viaggi o nei gadget, le imprese locali che decidono di investire sulla rassegna, con le strutture alberghiere e gli agriturismi della zona che registrano il tutto esaurito, con beneficio anche per i piccoli borghi vicini, scrigni di eccellenze naturali, artistiche, archeologiche ed enogastronomiche.

MCF produce un effetto che collima con il turismo. L’incremento del 13% registrato negli ultimi anni degli arrivi del venerdì - grazie anche al raddoppiamento dell’area camping - testimonia la voglia di restare malgrado le difficoltà, e conferma l’appeal della manifestazione nei confronti di un pubblico sempre più eterogeneo, fatto non solo di giovani ma anche di adulti, famiglie, camperisti e motociclisti.

Per questa ragione nell’edizione 2019 c’è un altro modo per raggiungere il Festival: camminando. Proposti tre diversi cammini, tre differenti punti di vista per attraversare l’Appennino fra boschi, torrenti, torrette medievali, per arrivare ai pascoli che anticipano il dolce sentiero di montagna, fino a quando lo sguardo non si aprirà sulla vallata su cui sono accese le luci di MCF e dove il viandante potrà trovare il meritato ristoro. In collaborazione con Risorse Cooperativa e Domizioli Viaggi, un’esperienza nell’esperienza. In ultimo ma non ultima la salvaguardia dell’ambiente, fiore all’occhiello dell’organizzazione, con la promozione della raccolta differenziata e la distribuzione gratis all’ingresso del kit di sacchetti. Cosmari garantisce un lavoro costante di pulizia dei cassonetti e dei prati, Legambiente con l’esercito green di Montelago, informa sul corretto smaltimento dei rifiuti e vigila sull’eco-gestione degli stand gastronomici che utilizzano tutti stoviglie biodegradabili.

Ci vuole un anno intero ad organizzare un evento così ma altre utopie (chiamiamole idee!) sono in cantiere e riguardano la ripopolazione delle zone colpite dal sisma, con progetti sistematici capaci di coinvolgere durante tutto l’anno operatori formati all’interno del Festival. Montelago vuole offrirsi dal basso come distretto culturale evoluto e concreto, condividendo i saperi dei tanti professionisti che ogni agosto ne amplificano le potenzialità. Così nascono progetti paralleli, come Epicentro, grande contenitore di arte e cultura, voluto e attivato da Montelago insieme ai principali Festival marchigiani, che per le stagioni autunno-inverno 2017/18/19 è stato itinerante nel cratere sismico, sopperendo alle stagioni invernali dei comuni terremotati.

Territorio prima di tutto.

 

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